A cura di Ignazio Fanni
Inizialmente a Villacidro aveva il comando la 10^ Brigata
"Marte".
L'8°
e il 32° Stormo (aerei: Sm. 79), che da essa dipendevano, erano
dislocati il primo a Villacidro e il secondo a Decimomannu.
Nel corso del conflitto ci saranno continui trasferimenti di reparti aerei
da una parte a l'altra d'Italia;
già a settembre del 1940 il Comando della 10^ Brigata fu dislocato
a Cagliari e l'8° Stormo fu spostato ad altra sede.
L'aeroporto di Villacidro venne, praticamente, smobilitato e a presidiare
le attrezzature rimase un piccolo contingente al comando di un tenente.
A novembre, sempre del 1940, ricominciò il riarmo dell'aeroporto: riconfluirono uomini e mezzi (aerei: SM.79) del 28° Gruppo dell'8° stormo.
Ad aprile del 1941 i lavori per il miglioramento dell'aeroporto
vennero sospesi e iniziò il trasferimento del 28° Gruppo
ad altra sede.
A fine maggio il comando a presidio delle strutture fu lasciato il
solito piccolo contingente alle dipendenze di un tenente. Comunque, anche
se ridotta al minimo, l'attività dell'aeroporto continuò.
Ad esempio, il 23 luglio da qui partì il 51° Gruppo (aerei Cant
Z 1007 bis) per un'azione contro la flotta inglese.
L'11 novembre 1941 il comando dell'aeroporto fu riaffidato a un maggiore
(il Maggiore Bonacossa) comandante del 65° Gruppo, qui arrivato
con 10 apparecchi RO.37 della 28^ Squadriglia.
A
fine gennaio del 1942 il comando dell'aeroporto passò nelle mani
del Ten. Col. Manenti, qui presente con il 51° Gruppo B.T. (Bombardamento
Terrestre)
Nei primi mesi dell'anno arrivarono anche la 213^ e la 212^ Squadriglia
B.T. (aerei Cant Z 1007 bis).
A giugno 1942 anche il famoso 9°
Stormo Bombardamento Terrestre usò questa base per azioni contro
la flotta nemica.
Il 30 giugno 1942 il 65° Gruppo e la 28^ Squadriglia vennero trasferiti
a Elmas.
Il 10 agosto da Villacidro operarono contro la marina inglese, anche
gli aerosiluranti del 32° Stormo e i famosi caccia MC.202 del 105°
Gruppo da Caccia.
Il 10 agosto decollarono dalla pista di S'acqua cotta i due aerei dell'Operazione
Canarino.
Sempre più spesso e sempre più numerosi fecero la
loro comparsa i reparti aerei dei nostri alleati tedeschi:
in particolare il KG.26 (aerei: Ju.88 e He.111), il Gruppo Peltz (aerei: Ju.88),
il KG.60 (aerei: Ju.88) e il KG.77 (aerei: Ju.88).
L'aeroporto, comunque, era ancora in mani italiane e furono portati a termine
importanti lavori di ristrutturazione ai vari edifici.
italiani e tedeschi operarono congiuntamente contro il nemico.
Ai primi di dicembre arrivò l'88° Gruppo B.T.
A gennaio del 1943 nostri alleati tedeschi presero
saldamente in mano la situazione, iniziarono a progettare ed eseguire nuovi
lavori e nuove ristrutturazioni e piano piano ci costrinsero a una presenza
simbolica.
L'8 gennaio si costituì il Comando Aeroporto Tedesco.
I nostri iniziarono a lasciare l'aeroporto.
Prima partì il 55° Gruppo B.T., poi il 51° Gruppo.
Gli ultimi reparti sarebbero dovuti partire entro il 15 febbraio,
il 16 febbraio i servizi segreti inglesi captarono questa conversazione tra
i comandi tedeschi:
"Il campo di Villacidro
è stato evacuato dagli italiani?";
risposta:
"Villacidro non ancora completamente ripulito a causa delle difficoltà
che si sono presentate ad Alghero per l'arrivo di un gran numero di operai."
Fonte: Allied Intelligence (ULTRA)
A questo punto la presenza italiana in aeroporto poteva considerarsi più che altro simbolica.
LA REGIA AERONAUTICA di stanza a Villacidro
REPARTI
REGIA AERONAUTICA
Sezione: 3 velivoli, al comando di un tenente o sottotenente;
Squadriglia: 3 sezioni, al comando di un capitano;
Gruppo: 2 o 3 squadriglie, al comando di un maggiore o di un tenente
colonnello;
Stormo: 2 gruppi al comando di un colonnello;
Brigata Aerea: 2 o 3 stormi, al comando di un generale di brigata;
Divisione Aerea: 2 o 3 brigate aeree, al comando di un generale di
divisione;
Squadra Aerea: 2 o 3 divisioni aeree, al comando di un generale di
squadra.
(I "gruppi autonomi" non dipendevano da uno stormo).
Le squadre aeree erano dislocate in varie regioni dell'Italia continentale
e nella Sicilia;
in Sardegna, invece, vi era l'"Aeronautica della Sardegna", così
come in Libia e nell'Egeo vi erano, rispettivamente, l'"Aeronautica della
Libia" e l'"aeronautica dell'Egeo".
Le insegne dei velivoli italiani erano:
tre fasci littori su sfondo bianco dentro un cerchio nero sulle ali; nel timone
di direzione la croce bianca con lo stemma sabaudo al centro.
Dopo il 25 luglio 1943 i fasci vennero sostituiti dalle coccarde tricolori:
verde, bianco e rosso al centro.
La colorazione sul dorso variava dal verde oliva al verde a chiazze o striature
più chiare, al bruno con chiazze più chiare; il ventre era sempre
grigio celeste."
La portaerei del Mediterraneo, i Coni e Serra, Edizioni
della Torre
Aerei in dotazione ai reparti della Regia Aeronautica di stanza a Villacidro
Savoia Marchetti S
79 "Sparviero"
universalmente noto come il "Gobbo Maledetto" per la sua caratteristica
forma, era un trimotore di struttura mista (legno, tela e tubi d'acciaio).
Esordì come aereo civile verso la prima metà degli anni Trenta,
ma presto si impose come aereo militare per le sue ottime prestazioni come
bombardiere veloce.
In quegli anni l'S.79 era in assoluto l'aereo migliore. Polverizzò
tutti i primati di velocità sin allora conseguiti prendendosi, nelle
trasvolate internazionali, ore di vantaggio sui gli altri competitori (inglesi
e francesi) che regolarmente arrivavano molto in ritardo. Sulla fusoliera
dei nostri aerei, come insegna "araldica" erano stati dipinti tre
piccoli sorci verdi, emblema che divenne famoso in tutto il mondo come,
del resto, il conseguente moto:
"Vi faremo vedere i sorci verdi!"
Fu adoperato, prima, durante la guerra di Spagna, ma fu soprattutto durante
il secondo conflitto mondiale che questo trimotore si fece onore in numerose
azioni contro il nemico che ben presto imparò a conoscerlo e a temerlo.
Era un po' difficile da pilotare ma quando fu preparato e utilizzato come
aerosilurante, fu uno dei più brillanti protagonisti della guerra aeronavale
del Mediterraneo.
Dimensioni. Apertura alare di 24 m, lunghezza di 16,50 m e un'altezza
di 5 m. Il suo peso a vuoto era di 5.750 Kg; la velocità massima a
3.500 m. di 475 Km/h, spinto da 3 motori Piaggio P.XI da 1.000 HP - 14 cilindri
a doppia stella; l'autonomia di 2.000 Km, montava anche 3 motori Alfa Romeo
126 RC 34 .
Quota di tangenza teorica m 8.500, ma in pratica non superavano mai i 4.000
metri.
Armamento. 4 mitragliatrici.
Come bombardiere poteva trasportare un massimo di 1.250 kg di bombe
posizionate verticalmente all'interno della fusoliera con la punta rivolta
verso l'alto.
Come aerosilurante era dotato di due attacchi ventrali per due siluri,
ma di solito se ne installava uno solo, da 450 Kg., sotto il ventre.
Equipaggio: 4-6 uomini.
Cant Z 1007 "Alcione"
Il Cant Z 1007 "Alcione", costruito interamente in legno (come il
celebre Mosquito inglese) fu uno dei principali aerei da bombardamento italiani
durante il secondo conflitto mondiale.
La versione bis con il timone bideriva, più potente e affidabile, fu
quella prodotta in maggior numero di esemplari sostituendo via via i reparti
di S 79 passati al ruolo di aerosiluranti.
Fu impiegato nei vari fronti: Inghilterra, Russia, Mediterraneo.
Dimensioni: apertura alare m.24,80; lunghezza di m.18,47; altezza di
5,22 m; peso a vuoto Kg. 9.936 quota di tangenza teorica 7.500 m, autonomia
2.000 Km., velocità massima di 450 Km/h a 5.000 metri, erogata da tre
motori piaggio P. XI bis stellari da 1.000 HP.
Armamento: 4 mitragliatrici più 1.200 Kg di bombe
Equipaggio: 5 uomini: i due piloti con la guida in tandem,due mitraglieri,
un radiotelegrafista-mitragliere
INAM Ro.37
INAM Ro.37: ditta costruttrice Società Anonima Industrie Aeronautiche
Romeo.
Il Ro.37 era un biplano monomotore biposto in legno e metallo.
Durante la Seconda guerra mondiale fu usato come bombardiere e come ricognitore.
Dimensioni: apertura alare di 11,08 metri, lunghezza 8,62 metri e superficie
alare 32,00 mq.
Peso a vuoto 1.525 kg. Velocità massima 297 km/h erogata da un motore
Fiat A.30 R.A. bis da 600 HP.
Varianti: Ro.37 bis con motore Piaggio P.IX R.C. 40 da 560 HP; velocità
massima 330 km/h a 5.000 m, velocità di crociera 250 km/h. Autonomia
circa 1.200 km.
Armamento di caduta: fino a 180 Kg di bombe,
armamento di difesa da una a tre mitragliatrici da 7,7 mm Breda-Safat o Lewis.
Equipaggio: due uomini.
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