A cura di Dina Madau e della III-I Scuola Media Villacidro
USI E COSTUMI - L'ACQUA POTABILE IN CASA
Quando
nel paese non esisteva ancora la rete idrica le donne e le bambine dovevano
andare tutti i giorni a prendere l'acqua con le brocche di terracotta (mariga
o marighedda) o d'alluminio (decallitru)
al rubinetto piu' vicino.
Si andava al Lavatoio, a S'Osteria
(si chiamava cosi perche' c'era una tavernetta dove si fermavano i commercianti
con i loro carri prima di ripartire verso un altro paese), a Funtanedda
dove c'era una fontanella, Funtana Brunda,
oppure si andava a casa di chi aveva il pozzo.
Nel
libro di Giuseppe Dessì "Paese d'ombre", Edizione
Oscar Mondadori pag. 290, il pozzo di signora Marietta Serra era famoso a
"Norbio" e molti signori, passando, si fermavano a bere.
Era situato al centro del vasto cortile rettangolare, tutto coperto da un
pergolato cosi fitto che a stento il sole vi penetrava.
Mia nonna andava ad attingere l'acqua al pozzo di ziu Sisinni Muscas.
La provvista dell'acqua comportava anche tre ore di lavoro e bisognava fare la fila alla fonte; spesso le più esperte portavano due brocche: una in testa e una appoggiata al fianco. L'acqua serviva per cucinare e per lavare.
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