A cura di Dina Madau e della III-I Scuola Media Villacidro
USI E COSTUMI - IL FIDANZAMENTO E IL MATRIMONIO
Anticamente il fidanzamento non era facile come oggi, infatti
i giovani, ragazzi e ragazze, non potevano parlare tra loro né tanto
meno passeggiare insieme.
Ci raccontano alcuni anziani che ai loro tempi alcuni genitori avevano la
pretesa di scegliere il futuro consorte per i propri figli e che addirittura
si accordavano tra famiglie.
Intorno al 1950 - 1960 questa abitudine era cessata e quando tra due nasceva
una reciproca simpatia il ragazzo, dopo un lungo corteggiamento, incaricava
una persona di fiducia, uno zio o un anziano autorevole, a recarsi presso
la famiglia della ragazza per mettere una buona parola.
Se la famiglia si dimostrava disponibile e favorevole, allora lo sposo si
recava a casa di lei con i propri genitori. Inizialmente si parlava di tutto,
in particolare del tempo e del raccolto, infine, "sciausu poita seusu
beniusu", si andava al cuore della questione, parlando della dote
della ragazza, del lavoro e delle proprietà del futuro sposo.
Ottenuto il consenso dei genitori, il fidanzamento poteva dirsi effettuato.
Di solito esso avveniva il sabato notte, mentre la domenica mattina i fidanzati
andavano in chiesa "a bogai sa coia in craru" e al ritorno
avveniva il pranzo tra famiglie a casa della sposa.
Per il Matrimonio si faceva una grandissima festa che durava due o tre giorni.
Si invitavano tutti i parenti, gli amici, i vicini di casa ecc.
Gli abiti degli sposi erano molto semplici, gli sposi erano preceduti da una
bambina che portava un vassoio con due candele.
La donna portava in dote il corredo fatto da lei durante il fidanzamento.
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