A cura di Dina Madau e della III-I Scuola Media Villacidro
LE FESTE - PASQUA
La Santa Pasqua per noi cristiano è la festa della pace
e del perdono.
Rappresenta la Resurrezione da morte di Gesù Cristo.
Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la quaresima che è tempo
di preparazione alla Pasqua, in cui è usanza e prescrizione della Chiesa
fare digiuno e astinenza di venerdì.
Con la Domenica delle Palme inizia la settimana santa, giorno
in cui si ricorda l'ingresso trionfante di Gesù a Gerusalemme.
E' tradizione a Villacidro fare una processione breve dalla chiesa delle Anime
a Santa Barbara dove, dopo la Messa saranno benedette le palme e i rami d'ulivo
portate dai fedeli.
Le palme vengono intrecciate in vario modo quasi artisticamente da
anziani esperti e da molti ragazzi che da essi hanno appreso quest'arte.
I riti della settimana santa.
Abbiamo
intervistato la signora Rosa Orrù di anni 84, abitante in viale Don
Bosco.
Lei ricorda che il Mercoledì Santo a mezzogiorno veniva portata la
statua di Gesù in processione dalla Chiesa di Sant'Efisio a piazza
Frontera, via Roma, piazza Lavatoio per tornare nella cappella dalla quale
era partita, che oggi non esiste più e nella quale si faceva la Messa.
Il Giovedì Santo è giorno in cui si ricorda l'ultima cena di
Gesù con gli apostoli e in cui si tramanda la lavanda dei piedi in
segno di umiltà e di servizio.
Alcuni anziani raccontano che anticamente in questo giorno,
appunto il Giovedì, si commemorava la morte di Gesù, infatti
dalle ore 10,00 di questo giorno non si suonavano più le campane e
i ragazzi giravano con "su scoccia rà(na)".
Le statue della Chiesa venivano coperte tutte con un telo e l'altare restava
disadorno in segno di lutto.
Al termine del rito della lavanda dei piedi del giovedì sera si portava
il Santissimo nell'apposita cappella del Riposorio. La gente andava a visitare
le due Chiese di fronte alla parrocchia. Era una processione continua per
vedere Gesù in croce!
Il Venerdì Santo, alle 7,00 del mattino iniziava la Via
Crucis, nella quale una lunga croce veniva portata in spalla da un uomo vestito
con un saio nero e il volto coperto "su momoti" in segno
di penitenza o di promessa: il parroco della chiesa di S. Barbara andava al
sepolcro (rappresentato dalla chiesa di Nostra Signora delle anime,) scalzo
e strisciando per la strada. Nella Chiesa di Nostra Signora veniva sistemata
la Madonna Addolorata vestita di nero.
Sul petto conserva tuttora un pugnale che simbolicamente le trafisse il cuore,
secondo la profezia di Simeone e sul polso una cavalletta d'argento "su
pibirizzibi" in ricordo di un antico miracolo fatto da questa Madonna.
Nella Chiesa delle anime invece veniva collocata la statua di Gesù
flagellato alla colonna. Queste due statue venivano e vengono portate ancora
nella Via Crucis. La sera del Venerdì si faceva la cerimonia "de
su scravamentu" durante la quale Gesù veniva tolto dalla croce
e riposto in un letto che ricordava il Santo Sepolcro.
Il digiuno della settimana iniziava il giovedì e finiva il sabato mattina.
Come ci racconta la signora Rosa, nelle campagne (medausu) si usava
legare i cani perché non andassero a cercare cibo, in quanto anch'essi
dovevano digiunare
Il Sabato Santo, alle 10,00 del mattino si benedivano l'acqua
e il fuoco e le campane suonavano a gloria. La sera il sacerdote usciva a
benedire le case.
A San Gavino c'era la tradizione che la Madonna uscisse il sabato sera per
tutte le strade e chiese del paese a cercare Gesù risorto che avrebbe
poi incontrato la domenica mattina.
I contadini offrivano i loro i prodotti dei loro campi, soprattutto
frutta, mentre i pastori portavano al medico del paese l'agnello dentro la
corbula con un fiocco al collo. Per la prima Pasqua della vita, il
figlioccio usava regalare l'agnello al proprio padrino come segno di carità.
Le massaie pulivano a fondo la casa; imbiancavano la cucina, lucidavano gli
utensili di rame e addobbavano i lampadari e i camini con rami d'alloro, menta
peperita e carta colorata variamente ritagliata.
Ecco "Sa die de sa Pasqua Manna!"
Al
mattino la gente si recava a "S'Incontru",
cioè l'incontro delle due processioni recanti rispettivamente la statua
della Madonna e quella di Gesù risorto; dopo in un'unica processione
i fedeli numerosissimi si recano alla Messa solenne. Le statue restavano esposte
per una settimana e con "su inserru", venivano riposte nel loro
sito fino all'anno successivo.
Nelle case dei pastori si mangiava in modo frugale: la minestra in brodo con
il formaggio fresco, un po' di salsiccia arrosto con il formaggio cotto perché
c'era molta povertà.
Molti anni fa le usanze erano molto più semplici di quelle attuali,
la maggior parte della gente stava in casa per la Pasquetta (il lunedì).
C'era però anche chi andava in campagna tutto il giorno per divertirsi
e mangiare le uova sode e le salsicce arrosto; alcuni trascorrevano la giornata
in pineta o alla Spendula.
Chi stava in paese di pomeriggio si recava a "sa cruxi de Seddanus"
dove c'erano musiche e balli per tutti al suono della fisarmonica.
I bambini portavano ciascuno il proprio "cocoieddu" di pasta
dura con l'uovo cotto insieme preparato dalle loro nonne.
Nelle famiglie dove c'era un ammalato si lasciava sul tavolo un bicchiere
d'acqua pronto per il sacerdote che portava la Comunione.
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