A cura di Dina Madau e della III-I Scuola Media Villacidro
LE FESTE - S. ANTONIO ABATE
Sant'Antonio Abate
La vita
Sant'Antonio Abate nacque in Egitto nel 250 d. C. e morì il 17 gennaio del 356. Antonio rimase orfano quando era ancora adolescente e continuò a crescere sotto la guida della sorella maggiore. Non erano ancora trascorsi sei mesi dalla morte dei genitori, quando un giorno mentre si recava come sua abitudine alla celebrazione eucaristica, rifletteva sulla ragione che aveva indotto gli apostoli a seguire il Salvatore abbandonando ogni bene terreno. Dopo qualche anno una frase letta in Chiesa nella celebrazione della messa lo portò a riflettere: "Se vuoi essere perfetto vai, vendi ciò che possiedi e dallo ai poveri, poi seguimi".
Così fece: vendette i suoi averi e diede il ricavato
ai poveri.
Si ritirò quindi in un luogo deserto vicino al suo paese, a Coma, l'attuale
Che man, località del centro Egitto, per dedicarsi alla preghiera,
al lavoro e alla lettura della Sacra Scrittura. Visse a lungo in una vecchia
tomba, dimostrando di amare e praticare le virtù, in particolare la
mitezza, la pazienza, la misericordia e l'umiltà. Tentato dal demonio,
gli resistette a lungo, sottoponendosi a rigorose penitenze, a digiuni e pregando
a lungo anche durante la notte.
Il suo culto si diffuse rapidamente e dovunque per opera dei monaci orientali;
è invocato contro le malattie contagiose e in particolare per il così
detto "fuoco di san'Antonio".
Ebbe molti discepoli e lavorò a lungo per la Chiesa, sostenendo i martini
durante le persecuzioni di Diocleziano e aiutò sant'Atanasio nella
lotta contro gli Ariani.
Ottenne il dono di liberare l'aria, la terra, il fuoco e gli animali da ogni morbo e da influenze negative. Dedicò l'intera sua vita al servizio di Dio.
La festa di Sant'Antonio a Villacidro nel tempo presente.
Ogni
anno a Villacidro si festeggia sant'Antonio Abate il 17
gennaio;
il sabato mattina all'alba tutti i partecipanti, del Comitato organizzatore
ma non solo,si riuniscono nella località "Sa gruxi santa"
per andare nei boschi a tagliare la legna con i trattori e gli attrezzi necessari,
legna che servirà per fare un grande falò in onore del Santo.
Dopo il taglio degli alberi che avviene sempre dietro autorizzazione delle
autorità competenti, i "boscaioli" si riuniscono con il carico
nella pineta di "Sa Mandara" dove il Comitato offre a tutti i partecipanti
il pranzo a base di fave lesse con carne di maiale e salsiccia arrosto, il
tutto accompagnato con un buon vino.
Di pomeriggio i trattori tornano verso il paese che attraversano lungo le
vie principali con una lunga sfilata. I ragazzi che partecipano al taglio
degli alberi usano imbrattarsi il viso di nero di carbone. Infine la legna
viene scaricata in un gigantesco cumulo e incendiata.
Il grande falò, benedetto dal sacerdote, alla presenza di moltissimi
spettatori, continua ad ardere per tutta la notte e la mattina seguente la
gente raccoglie le ceneri in segno di protezione contro le malattie e le malefatte.
La domenica pomeriggio il santo viene portato in processione per le vie del
paese, accompagnato dalla banda musicale, dal gruppo folcloristico locale,
dagli animali domestici o di allevamento e dai fedeli. Al termine della Messa
viene benedetto il pane e distribuito a tutti i presenti.
La festa in passato.
E' tradizione, per la festa di sant'Antonio,
fare la sfilata di trattori.
Prima però i trattori non esistevano, ma c'erano i carri trainati dai
cavalli o dai buoi, che il sabato mattina salivano in montagna a tagliare
la legna che poi portavano in piazza Frontera.
Era tradizione anche che i tagliatori di legna mangiassero
in campagna la pasta, il maiale arrosto e la salsiccia e bevessero molto buon
vino. Diciamo che oggi vengono rispettate le tradizioni relative a questa
festa in tutti i suoi aspetti.
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