Gabriele
D'Annunzio
(Pescara 12.3.1863
- 1.3.1938)
Il 17 maggio 1882
Gabriele D'Annunzio, Edoardo Scarfoglio, Cesare Pascarella,
Ugo Ranieri visitarono Villacidro ospitati nella casa del prof. Todde in Via
Roma.
In una piovosa giornata primaverile, i quattro percorsero lo stretto viottolo
che allora portava alla cascata della Spendula.
Al ritorno, D'Annunzio insieme a Ranieri abbozzarono una poesia sulla cascata.
Il poeta pescarese la rimaneggerà sotto forma di sonetto con il titolo La
Spendula, che pubblicherà con
lo pseudonimo Mario De Fiori nel Capitan Fracassa del 21 maggio 1882 .
Edoardo
Scarfoglio
(Paganica L'Aquila 1860-1917)
Scrittore e giornalista, sposò Matilde Serao, fu grande amico di D'Annunzio.
"...
Villacidro, un pezzo di Svizzera sarda,
un piccolo paradiso pieno di berrettoni neri e di saioni di pelle d'agnello
e di caprari,
accovacciato tra il Montiomo e il Cuccureddu."
Capitan Fracassa, 18 maggio 1882, dal racconto
della visita con D'Annunzio e Pascarella a Villacidro
Compose numerosi versi per trasmettere il suo grande amore per la Sardegna e la sua famiglia.
Pubblicò su Vita Sarda numerose poesie, mentre
la raccolta completa delle sue opere apparve postuma con il titolo di
Alba Nova, Verona, tip. O. Milani, 1958.
Antonio Vincenzo
Ignazio Cogotti
(Villacidro 27.1.1868
- Cagliari 12.8.1946)
Studiò al liceo
Dettori di Cagliari dove prese il diploma liceale e la laurea in giurisprudenza.
Fece l'avvocato di professione, il poeta per diletto, scrivendo versi satirici.
Nei primi anni del 1900 fu anche sindaco di Villacidro.
Umorista fine, ironico, spesso graffiante, talora melanconico, scrisse in
italiano, ma soprattutto in sardo campidanese, dove diede il meglio di sé,
descrivendo la vita di Cagliari, in cui studiò ed esercitò
la professione di avvocato, e quella del suo paese natio, Villacidro.
Pubblicò numerose poesie in giornali e riviste: Vita
Sarda, Piccola Rivista, Nuraghe:
Testi campidanesi di poesie popolareggianti (Pintor Sirigu,
Bacaredda, Saragat, Cogotti, Canelles), antologia a cura di Francesco Alziator,
Fossataro, Cagliari, 1969;
A sa casteddaia, a sa cidresa, Martino Contu - Demurtas, Cartabianca,
1997,
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Gavino Leo
Porcu
(Cagliari 23.8.1878
- 29.10.1950)
In realtà il suo vero nome era Gavino Porcu, che rifiutò preferendo il cognome
materno: Leo.
Visse a Cagliari.
Con i genitori, il fratello e le 6 sorelle, trascorreva il periodo estivo
a Villacidro, che prese ad amare profondamente.
Si laureò in giurisprudenza e fu a lungo funzionario del Ministero della guerra
prima a Palermo, poi a Roma, infine a Cagliari.
A Villacidro il nonno materno, Pietro Leo possedeva la casa e l'adiacente
orto della magnolia, presso l'attuale lavatoio.
Pubblicò le sue poesie in varie riviste: Lettere, Il Nuraghe,
Mediterranea; le raccolse più tardi in due volumi:
Liriche del 1934, Le Monnier, Firenze, 1934, e
Cagliari ferita del 1943.
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Luigi Cadoni
(Villacidro 17.5.1884
- Villacidro 17.10.1917)
Gigino, così era conosciuto, era il settimo di 14 figli.
Diplomato al ginnasio, partì per espletare l'obbligo militare come
finanziere. Tornato a Villacidro, si ammalò di una malattia incurabile
che lo portò, giovanissimo, alla morte.
Diede il massimo di sé nella poesia, in sardo-campidanese, nella quale
mostrò una satira arguta e ironica.
Si fece conoscere come poeta con la sua prima raccolta:
Fantasmagorie (1907, Dessì, Cagliari),
ma divenne famoso con Favolas ed atteras poesias umoristicas in dialettu
sardu-campidanesu (Valdès, 1909, P. Valdes, Cagliari), in cui si ispira
a Fedro e a Esopo, firmando con lo pseudonimo Bernardu de Linas; scrisse
pure
S'egua ghiani;
il poemetto Unu brutt'animali (tip. E legat. Industriale, 1911,
Cagliari);
Concu Franciscu Elenu, pubblicato postumo in A parole, Gia,
1988.
Agostino Alfonso
Aleardo Manno
(Villacidro 16.3.1892
- Villacidro 17.8.1969)
Sebbene avesse tre nomi, era conosciuto con un quarto,
Gino.
Dietro le sollecitazioni del padre, Salvatore Manno, rigido direttore didattico
delle scuole del distretto, aveva studiato da ragioniere.
Divenuto grande gettò il diploma alle ortiche per darsi all’agricoltura e
per condurre la sua azienda agricola, soprattutto il vigneto.
Nella sua taverna in Via Parrocchia, vendeva la sua produzione di vini e tra
un bicchiere di moscato e uno di malvasia con gli amici creava componimenti e ne limava le rime.
Giuseppe
Dessì
(Cagliari
7.8.1909 - Roma 6.7.1977)
Figlio di Francesco Dessì Fulgheri, ufficiale dell'esercito,
e di Maria Cristina Pinna, visse la fanciullezza nella casa del nonno materno
(Giuseppe Pinna Curreli) in Via Roma a Villacidro.
Portati a termine privatamente gli studi ginnasiali, all’età di 20 anni si
iscrisse al liceo classico "Dettori" di Cagliari, quindi si trasferì a Pisa,
per seguire l'università. Si laureò in lettere.
Insegnò a Ferrara, a Roma, dove si fermerà per oltre 20 anni, fino alla morte
avvenuta il 6 luglio 1977.
La salma, da Roma, sarà poi traslata nel cimitero di Villacidro.
Negli anni Ottanta verrà istituito a Villacidro il Premio
letterario nazionale "Giuseppe Dessì";
nel 1999 la Fondazione a lui dedicata.
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"E'
là che sono nato e là che son diventato uomo.
Là è la casa di mio nonno, dove io ho vissuto bambino, la casa di mio padre,
e la mia gente: case e tombe.
Ma ciò che conta di più è che io, anche ora, se vado là, io mi sento forte,
intelligente, anzi onnisciente.
Se immergo la mano nel l'acqua della Spendula, o del Rio Mannu, so di che
cosa è fatta quell'acqua.
Se raccolgo un sasso di Giarrana ho di quel sasso una conoscenza che arriva
fino alla molecola, fino all'atomo.
E' là che ho letto la prima volta Leibnitz e Spinoza senza bisogno di traduzioni
o di note.
Là mi sono sentito solo al centro dell'Universo come un astronauta.
E perciò sono geloso della mia terra, della mia Isola."
Giuseppe Dessì
1961
Salvator Angelo
Spano
(Villacidro 21.8.1925
- 30.1.2004)
Fece parte del
Consiglio regionale della Sardegna per 6 legislature (1953-1981) , promovendo
importanti provvedimenti legislativi; fu più volte
Assessore e infine, nel 1972, Presidente della Regione.
Fu fondatore e primo Presidente del Consorzio per la Zona Industriale di
Villacidro.
Seguì la vita ecclesiale come dirigente diocesano e regionale della Gioventù
di Azione Cattolica, ai tempi di Carlo Carretto che gli era grande amico,
e come giornalista pubblicista in varie testate.
Fu per 15 anni redattore del settimanale diocesano Nuovo Cammino. Scrisse e pubblicò svariate opere di teatro, poesia e narrativa in lingua
sardo-campidanese e in italiano.
Nell'ultimo decennio seguì le sorti della chiesa villacidrese come diacono
permanente.
E' il cantore della Villacidro popolare, delle cose comuni.
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Nato a Villacidro, si ritrova spesso, con gli amici, nelle ore libere ad improvvisare componimenti poetici in lingua sarda, campidanese, ma soprattutto logudorese.
Sisinnio Pittau
Salis
(Villacidro 1913
- Grosseto)
Conosciuto come Nino, trascorse la sua infanzia a Villacidro.
All'età di 18 anni fece il militare come sottufficiale dell'Aeronautica
militare, in un banale incidente perse la vista. Si trasferì a Grosseto,
dove visse fino alla morte.
Compose la maggior parte delle sue poesie in Toscana, in italiano.
A Villacidro è ancora ricordato come un valente compositore di canti in sardo.
Quando tornava nel paese, si dava all'improvvisazione con gli amici,
maneggiando con abilità i versi della lingua natia.
Scrisse numerose poesie in italiano e in sardo (campidanese
e logudorese),
Con il titolo 'E' SANTU ISINNI' e il sottotitolo 'Custas femmias di oi', pubblicò
nel 1954, a cura della tipografia Etruria di Grosseto, il racconto omonimo
e le poesie:
Qustu mundu,
In tempu' de sgeresgia,
Mammaioua, Mesi 'e iras,
Sa notti de Paschixedda.
'E' santu Isinni' con un linguaggio colorito, rappresenta uno spaccato della
vita e dei problemi di Villacidro negli anni '50, lo stesso fanno, in versi,
le poesie. 'Mammaioua' è una rielaborazione di una famosa filastrocca
popolare.
Coltivò la grande passione per la poesia e per il canto
sardo estemporaneo.
Nacque a Villacidro, dove trascorse la giovinezza, fu costretto
a emigrare in Francia in cerca di lavoro. Qui visse fino alla morte.
Rimase sempre innamorato del suo paese natale Villacidro, dove ritornò
spesso per trascorrere le ferie, ma impossibilitato a viverci, ne cantò
le bellezze naturali, con struggente melanconia.
Paolo Serra
(Villacidro 1950
)
Nato a Villacidro nel 1950, ultimo di 4 figli, appena quattordicenne partì
in cerca di un futuro meno disperato di quello che intravedeva in quei momenti.
Per sopravvivere, all'inizio si adattò a fare di tutto, poi si interessò
di politica e di sindacato, riprese gli studi fino alla laurea in psicologia.
Attualmente opera a Milano dove svolge l'attività di psicoterapeuta
e psicanalista, oltre a dirigere una Scuola di Formazione per Psicoterapeuti.
La poesia è stata sempre una compagna di vita e di viaggio per la sua
esistenza, fonte incessante di arricchimento morale.
Mantiene salde radici
nel paese natio dove speso si rifugia nella casa paterna per pensare
e riflettere sulla vita.
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