S. Sisinnio

I miracoli

IL MIRACOLO DELLE MOSCHE

 

Si narra che…

In una casa a Villacidro vivevano un uomo e una donna sposati da diversi anni e ormai quasi vecchi.
Una fredda notte d'inverno stavano festeggiando attorno al camino la venuta di un bel bambino in casa.
Era una famiglia molto unita e quel bimbo aveva sicuramente trovato tanto affetto e amore con i suoi genitori. Parlando, i due coniugi stavano programmando la data del battesimo del figlio e fantasticavano sulla sua vita futura.
Purtroppo, però, alla porta dell'abitazione stava una malvagia strega che spiava ciò che stava accadendo.
Il suo intento era quello di scoprire il nome del bimbo per mettere in atto uno dei suoi terribili piani.
L'occasione non tardò a presentarsi e quando, finalmente, seppe che nome era stato dato al piccolo, subito si avviò senza indugi al camposanto con un complice.

Era un luogo tetro e sinistro, anche quella notte di luna piena, quando le luci e le tenebre giocavano fra i maestosi cipressi e le lapidi dei morti che vi riposavano.
Quella sera era stato sepolto un poveruomo morto per cause incerte perciò la sua tomba era stata chiusa da poco.
A passi lenti la strega e l'uomo si avvicinarono verso il luogo del seppellimento.
L'invisibile vento scorreva tra le foglie degli alberi provocando un triste sibilo: parevano le voci soffocate delle anime sepolte e ormai dimenticate che urlavano e imprecavano.
I due infami esseri si avvicinarono alla tomba prescelta e dissotterrarono il gelido cadavere.

Al cimitero


Fu così che la strega cominciò il suo orribile rito: estrasse dal misero corpo le interiora e pronunciò con parole oscene la formula magica nella quale si rivelava chiaro il nome del povero neonato.
Subito calò una fitta coltre di nebbia che coprì persino la luce della luna, tutto si fece più buio, l'aria era gelida e un corvo nero come la pece posandosi su un ramo di cipresso gracchiò.
Tutto intorno centinaia, migliaia di mosche cominciarono a ronzare, non erano semplici mosche, erano mosche assassine.
Con una velocità impressionante, si diressero verso l'abitazione del piccolo e, raggiuntolo, cominciarono a divorargli il sangue: erano affamate e così succhiavano e succhiavano in profondità sino a raggiungere lo strato di carne più profondo del povero e piccolo corpo del bimbo, il quale piangeva e urlava a squarciagola.

Ragno

Svegliati dallo schiamazzo, i due consorti, si accorsero di essere circondati da milioni di mosche e si sentirono incapaci di reagire.
Nel panico, la donna si ricordò di San Sisinnio, il suo santo protettore, e così prese in mano il quadretto che lo raffigurava. Subito comparve un enorme ragno che divorò tutte le mosche.
Il bimbo fu salvato e la famiglia ringraziò San Sisinnio con le migliori preghiere.

 

 

 

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