Si
narra che…
A Serramanna
viveva una famiglia che, spesse volte, si recava alla chiesetta
di San Sisinnio per devozione.
Il suo unico mezzo di trasporto era un piccolo carro trinato da
due vecchi cavalli da tiro.
Era una famiglia molto povera e, pur essendo composta solamente
da tre persone, riusciva a malapena a sfamarsi.
Una
calda sera d'estate, mentre percorrevano la solita strada sassosa
e impervia che passava attraverso una fitta boscaglia, si imbatterono
in un maestoso carro trainato da quattro bellissimi cavalli di color
nero, dentro il quale stava un prete molto bello che attrasse subito
l'attenzione della famigliola.
Con uno sguardo fugace il bel prete fece segno alla famiglia di
fermare il carro e di avvicinarsi.
Il povero padre non indugiò e fermò subito i cavalli,
scese e si avviò verso il prete pensando che avesse
bisogno di aiuto; ma solo quando fu vicino si accorse
della vera identità. Egli era in realtà
uno stregone camuffato e sicuramente non aveva buone intenzioni.
Sentitosi scoperto, il cattivo stregone saltò via dal carro
e attraversò correndo la strada pietrosa per catturare il
bimbo che stava in grembo alla madre.
Il capofamiglia capì subito l'obiettivo dell'uomo disonesto
e, prima che riuscisse a raggiungere il carretto,
corse verso di lui e, con tutte le sue forze, riuscì a metterlo
in fuga.
Pensando di aver finalmente scampato il pericolo, i tre si abbracciarono
e, vedendo che ormai stava imbrunendo, pensarono di rimettersi
immediatamente in viaggio.
Non fecero in tempo a salire sul carro che subito un serpente
di dimensioni sovrumane avvolse con le sue grosse spire
i corpi dei cavalli scalpitanti e impotenti di
fronte alla sua forza.
Tutto ad un tratto, l'enorme rettile prese il bimbo piangente e
fece per portarselo via.
Il padre e la madre, fra urla e gemiti, invocarono
il grande San Sisinnio che subito con la sua immensa forza uccise
il serpente tagliandolo in tre pezzi che poi si pietrificarono.
Anche
questa volta le streghe furono sconfitte e il bene trionfò.
Il bimbo fu salvo e la famiglia felice.
A notte già calata, si avviarono verso la chiesa di San Sisinnio
per rivolgergli le loro preghiere di ringraziamento.
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