Salix alba L.
Famiglia Salicaceae
Nome comune
Salice comune
Nome Sardo
Srapa (Villacidro – Fluminese), Salixi (Sard. merid.), Saliki (Sard. merid.), Sali’e (Oliena), Thova (Oliena – Orgosolo), Azoa (Gallura), Atoa (Bonorva – Monti – Padria), Saliciu (Gallura), Salighe (Sard. sett. e centr.), Salike (Logudoro), Thoa (Orosei – Siniscola), Thoba (Nuorese), Thoga (Orani), Sarizi (loc. div.), Sarizi (loc. div.).
Notizie generali
Specie indigena.
Specie caducifoglia, spontaneo in Sardegna nei terreni freschi e umidi,
lungo i corsi d’acqua, negli argini dei laghi e negli acquitrini.
Il Salice bianco è diffuso su tutta l’isola, dalle zone costiere a quelle
montane, e spesso si sviluppa in consociazione con le altre specie riparie:
il Salice rosso, il Salice fragile e l’Ontano.
Svolge un ruolo molto importante per il consolidamento degli argini dei
fiumi, impedisce le esondazioni e favorisce il regolare deflusso delle
acque.
Il Salice bianco è così chiamato per le foglie grigio-argento (pagina
inferiore) che, quando mosse dal vento, riflettono la luce e danno alla
chioma un aspetto molto appariscente.
E’ un albero a rapido accrescimento ma poco longevo.
Portamento
Pianta alta fino a 20 metri, chioma ampia, di colore verde-argento appariscente, quando le foglie sono mosse dal vento; fusto dritto e robusto.
Corteccia
Grigio-bruno, rugosa da giovane, poi solcata longitudinalmente; i solchi appaiono di colore bruno.
Foglie
Caduche, alterne, lineari-lanceolate e appuntite, lunghe 5-10 cm, margine finemente seghettato; breve picciolo, 3-5 mm, di colore verde vivo e lucida nella pagina superiore, grigio-argento e tomentosa in quella inferiore.
Fiori
Specie dioica (pianta con fiori solo maschili o femminili) a fiori
unisessuali: maschili e femminili in amenti eretti e peduncolati, lunghi 3-6
cm, a forma di scovolino e di colore giallognolo, che compaiono prima delle
foglie
Fioritura: febbraio-marzo
Frutti
Piccole capsule, portate da piante femminili, che aprendosi liberano i piccoli semi, di colore bruno, ricoperti da folta peluria cotonosa.
© G. P. Madau 2005