6. Madonna della Mercede
Fotografia scattata fra il 1894 ed il 1904, ripresa dal campanile.
Unica fotografia ritrovata che ci mostri il prospetto della chiesetta del convento,
intitolata alla Madonna della Mercede, demolita nel 1929.
Verso il centro della fotografia notiamo la casa ritratta
per l’architettura, prima della costruzione della palazzina del notaio
Murgia nel 1912.
Lungo la scalinata si notano tre damine con il parasole; all’angolo con
la via Garibaldi il lampione ad acetilene, che vedremo anche nella fotografia
8/5.
Possiamo anche notare i quattro archi delle loggette del mercato. Alla sinistra,
sotto la palazzina Alagna, si distinguono i rivenditori di dolci di Gonnosfanadiga
e di polli di San Gavino, che solitamente usavano fermarsi per la vendita dei
loro prodotti proprio in quel punto.
La chiesa dei Mercedari era composta da
“…una semplice navata con una solidissima volta a botte circolare
rispettiva; muri spessi appoggiati a dei contrafforti. Dalla galleria superiore
del convento si poteva accedere al coro; da una porta sita nel muro laterale
destro del presbiterio si passa alla sacrestia dalla quale poi si può
comunicare al convento mediante un andito che va a finire nella galleria della
scala principale del medesimo…”
La chiesa venne acquistata dal comune nel 1862, il
31 Gennaio, per lire 8792,98, mentre il piazzale esterno venne pagato lire 2370,
26; l’orto lire 378,31 ed il convento vero e proprio lire 15669, 64, per
un totale di lire 27211,19.
La parte del convento destinata ad abitazione si componeva di un piano terreno
e di un piano alto:
“…il portone sito nel muro laterale del portico esterno conduce
all’ingresso principale, che mette capo ad una galleria costrutta ad archi
finti nel cui interno trovasi praticate le finestre che guardano nella corte
interna. Parallelamente ai due corpi di detta galleria sono disposte le celle,
parte delle quali si affacciano al piazzale interno e parte all’orto.
Lo stesso sistema di costruzione e disposizione si trova nel piano superiore
se si eccettuano alcuni tramezzi in tavole e mattoni praticati nell’interno
di alcune celle.
Il refettorio che comunica con la cucina è spazioso, con mura solidissime
e sormontato da una volta circolare.
L’ala destra del convento è formata dai cessi e dalla scuderia,
la sinistra è costituita dalla camera attigua alla sacrestia, il magazzino
del grano, mentre nella fronte del cortile stavano le stanze del formaggio ed
i magazzini del vino.
La siepe che delimitava l’orto a sud contiene susini, mandorli, fichi
e cespugli vari…”.
La cisterna del convento, posta nel piazzale interno, aveva una capacità
di 73000 litri:
“…scavata anella viva roccia, di forma ovale, intonacata con cemento
idraulico, il condotto superiore in pietra forte squadrata e cemento di calce
e pozzolana…”.
(da Relazione di misura ed estimo della chiesa
e convento dei RR. PP. Mercedari siti nel comune di Villacidro nella regione
nominata Fronteera).
“…Il convento dei mercedari fu fondato
non prima del 1627 e non dopo 1640
(era arcivescovo di Cagliari, alla cui giurisdizione apparteneva Villacidro,
Mons. Ambrogio Machin dell’ordine della B. V, della Mercede)…”.
Il convento venne chiuso nel 1858, mentre vi erano tre sacerdoti e tre laici.
Ai Mercedari si deve l’istituzione della scuola elementare dopo un editto
con lettera pastorale da Villacidro di Mons. Tore, del 24 Ottobre 1832.
La chiesa della B.V. Annunziata fu demolita, per la sistemazione del Municipio,
nel 1929.
Le sue dotazioni iconografiche, le statue San Raimondo Nonnato, Sant’Antonio
Abate, la Madonna della Mercede ed un grande quadro sono ora conservate presso
la parrocchia di Santa Barbara.
M. Sardu e A. M. Fadda-RISAINTERNET-Fotomosaico
di Villacidro
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