Emergenza
ginepro!!
di
Clint Ruro & Co.
Il
ginepro, pianta tipica della macchia mediterranea caratterizzata da lunghissimi
tempi di accrescimento e da un'insolita bellezza, per il portamento e il colore
del fogliame, sta sparendo dalle nostre montagne.
In verità il suo durissimo legno è sempre stato ricercato prima
dai costruttori di case che lo usavano come travi portanti per sostenere il
tetto, poi dagli intarsiatori ed ebanisti i quali ne sfruttavano le belle
venature del legno e il persistente profumo.
Anche oggi sono molti gli “estimatori” che amano trasformare il prezioso legno in appendiabiti, specchiere, cucchiai, mestoli, e quant’altro possa arredare in maniera rustica le case.
Numerosissimi vandali e razziatori delle foreste, nonostante il divieto assoluto del taglio di tali alberi, continuano imperterriti nella loro opera di distruzione, prelevando gli ormai rari esemplari rimasti.
La tecnica è sempre
la stessa.
Il nostro amante della natura va in perlustrazione nel bosco, individua un bel
ginepro, dà uno sguardo intorno, estrae il suo segaccio e recide attentamente
l’esemplare. Non lo porta via.
Lo lascia seccare.
Dopo alcune settimane, ritorna nello stesso posto e…
ops!
miracolosamente si imbatte con quel tronco di ginepro abbattuto e secco.
A cosa serve più? Meglio portarlo a casa. Lì a qualcosa può
essere utile.
Quell’albero
scorticato e tirato a lucido fa bella mostra in molti soggiorni, cucine, anditi
di molti ambientalisti.
Essi spiegheranno ad amici e conoscenti che il legno così lavorato durerà
in eterno, mentre se fosse rimasto nei boschi di Montimannu nelle dune di Piscinas
o di Scivu, esposto alle intemperie e alla siccità prima o poi si sarebbe
rovinato.
Di fronte all’incredulità di qualche persona poco convinta, il
nostro “naturalista” giurerà di aver tagliato l’albero
dopo aver ottenuto il permesso della forestale, al massimo che gli è
stato regalato.
Cosa possiamo fare per interrompere questa distruzione??
Essendo impensabile che
gli organismi preposti alla vigilanza ambientale possano presidiare le foreste
24 ore su 24, considerato che i vandali in questione rischiano di essere fermati
e multati solo durante il prelievo e il trasporto degli alberi,
una soluzione potrebbe essere quella di rendere fuorilegge, non solo il taglio,
ma anche la detenzione, la vendita e l’acquisto di legno e manufatti in
ginepro.
Nell’immediato possiamo comunque contribuire al salvataggio degli ultimi esemplari rimasti evitando di acquistare oggetti ottenuti dal ginepro e ricordando agli amici, che ne fanno sfoggio nelle loro case, quanto sia cinico, egoistico e criminale, distruggere e appropriarsi di un patrimonio naturalistico così prezioso e raro, e vantarsi di possedere le spoglie di quelli che, da “vivi”, avrebbero allietato la vista anche dei loro figli.
Chi accetta in regalo o acquista un manufatto in ginepro deve sapere di diventare a sua volta artefice dell’irreparabile ferita ambientale compiuta contro il territorio.