A cura di Mario Mocci
Con l'arrivo delle
belle giornate, quale migliore occasione per partire alla scoperta
di luoghi selvaggi, dal fascino accattivante, senza viaggi organizzati,
senza voli charter ma a pochi chilometri da casa? Buona passeggiata |
Escursione alle cascate di SA PERRIMA e ARATZU
Andiamo a visitare uno dei tanti scenari naturalistici del territorio villacidrese lungo il Rio Aratzu alla scoperta di cascate e cascatelle fino a raggiungere i costoni rocciosi di Sa Pèrrima da cui nasce la cascata omonima.
La zona di Aratzu-Aletzi confinante a Nord-Ovest col territorio di Gonnosfanadiga è stata in un passato non tanto remoto molto conosciuta è frequentata rispetto a quanto non lo sia oggi. Lo stesso libro “Paese d’ombre” di G. Dessì ne narra ampiamente i luoghi in alcuni episodi.
L’itinerario che ci accingiamo a descrivervi si snoda lungo tutto
il Rio Aratzu.
Ci si arriva dopo aver svoltato a sinistra sul ponte di Rio
Aletzi (Aletzia sui cartelli stradali) sulla statale 196.
Si percorre per un po’ una sterrata, si superano due laghetti artificiali,
fino a raggiungere Casa Marras alla confluenza di Rio Aratzu con Rio Acua
su Ferru in località denominata “Su cappeddu de Abetzi”
per via di una roccia
vulcanica a forma di cappello.
Iniziamo il percorso a piedi costeggiando la sinistra del torrente, superando
alcune sgradevoli porcilaie, dove alcuni sostengono vi era un tempo
la dispensa di Aratzu.
Si prosegue guadando tra pozze, laghetti e piccoli salti d’acqua sulla
roccia, da una parte all’altra, finchè si arriva a un vecchio
rudere di pietre composto da quattro vani che senz’altro fu ricovero
per animali, nei pressi lungo il sentiero si trova anche una galleria e un vecchio carrubo ormai
moribondo .
Continuiamo immersi tra il verde di un fitto bosco di lecci, ontani, filliree,
fichi, agrifogli ecc. dove la gola si fa sempre più impervia e selvaggia, il sentiero è sempre più dissestato e a tratti cancellato completamente, proseguendo troveremo
alla nostra destra i tornanti che salgono verso Montemei (m.482)
e Genna Ciurexu, da dove si può ammirare l’esteso oliveto di
Aletzi della tenuta Pinna, sul versante opposto,
famoso perché lo descrive G. Dessì in “paese d’ombre”.
Continuiamo sempre dritti lungo il canale e dopo un’ora circa arriveremo
al bivio di intersezione con il canale Tidili de Terra che
troviamo alla nostra sinistra tra carbonaie, scivoli d’acqua, muschi, licheni e vetusti alberi.
Qui è il caso di fare una breve sosta per rifocillarsi un po’ e riprendere
la marcia rigenerati, perché il cammino si fa sempre più irto
è difficoltoso.
Proseguendo ci imbatteremo in scenari d’acqua incantevoli con cascate
e cascatelle di cinque-dieci metri e oltre che, arriviamo quindi alla confluenza di Canale
Nieddu, un piccolo torrente con la sua cascatella che scende dalle
pendici di Genna Uddaminis (m.825).
Da
qui conviene spostarci sul lato sinistro dove c' è un sentiero più
agevole, nell'altro lato si può intravedere in
lontananza la cascata maggiore.
Sul sentiero troviamo un vecchio
rudere di una casa adagiata su un piccolo terrazzo, sembra che qui il tempo si sia fermato tanto tempo fa.
Assaporiamo
profumi e aromi di questi luoghi sempre più impervi e selvaggi,
i silenzi e suoni rotti dallo scorrere dell’acqua che già
intravediamo dai costoni e dalle pareti granitiche che man
mano si parano sempre più alte davanti a noi.
Finalmente, dopo quasi tre ore arriviamo al sospirato traguardo. Ci appare uno scenario mozzafiato: le acque con un salto di oltre 70 metri di altezza precipitano dalle alture di “Sa Mundadura”, lato Nord di Santu Miali, siamo a mille metri s/l/m, sui canyon e costoni rocciosi di Sa Pèrrima, con vari salti interrotti da piscine e laghetti.
Si rientra a casa contenti ed estasiati per aver trascorso una giornata diversa
che questo territorio ancora una volta sa offrire a tutti gli amanti del trekking
e della natura.
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